I quattro modi dei saggi

trascrizione di un insegnamento di Shamar Rinpoche

Introduzione

Vorrei condividere con voi un insegnamento tradizionale sul modo di coltivare la capacità di giudizio. È un insegnamento per aiutarci ad avere fiducia nel nostro buon senso ed evitare di essere fuorviati. Questi quattro punti si applicano al dharma, così come a tutti gli altri aspetti della nostra vita quotidiana. Credo che molti problemi della società moderna si potrebbero risolvere se la gente solo seguisse questi semplici consigli.

Chiamo questo insegnamento “I quattro modi dei saggi’’. I saggi sanno su chi e su che cosa possono basarsi. In questo modo possono evitare molte trappole di un modo di pensare superficiale.

L’insegnamento si compone diquattro semplici frasi:

  1. Basatevi sull’insegnamento e non sull’insegnante
  2. Basatevi sul significato e non sulle parole
  3. Basatevi sulla profondità e non sulla superficie
  4. Basatevi sulla saggezza e non sui concetti

1. Basatevi sull’insegnamento e non sull’insegnante

Spesso restiamo colpiti da persone che parlano abbagliandoci con il loro carisma. Delle personalità forti possono scatenare emozioni potenti in chi li ascolta. Gli oratori o gli insegnanti che sono divertenti, provocatori o avvincenti possono motivarci all’azione. Oggi sembra quasi che, per avere qualche allievo, un insegnante debba diventare un esperto in tecniche di motivazione.

Questo può creare dei problemi. È necessario ricordare i capi carismatici del passato che hanno portato la gente a enormi sofferenze? Le apparenze possono ingannare. Il carisma non ci dice se la conoscenza di una persona è corretta oppure no.

Scegliete un maestro spirituale con la stessa cura con cui scegliereste un chirurgo. Dall’abilità del chirurgo dipende la vostra vita. E dall’abilità della guida spirituale dipende qualcosa di infinitamente più importante.

Certo, molte persone che sono interessate al buddhismo non si sentono ancora pronte ad avere una relazione personale con un maestro. Forse per loro è sufficiente leggere libri di dharma di vari maestri. All’inizio, esplorare è utile. Ma se vogliamo che la nostra pratica vada oltre la superficie, se vogliamo fare qualche progresso, allora a un certo punto dobbiamo trovare un maestro.

Vi suggerisco di scegliere un maestro di dharma con la stessa cura che usereste per scegliere un chirurgo per il cancro. Prima di affidarvi a un maestro, dovreste investigare. Prima cercate vari maestri. Poi sceglietene uno per voi, basato sui criteri più importanti: abilità nell’insegnare, consapevolezza meditativa e conoscenza del dharma.

Tradizionalmente, i maestri di filosofia buddhista sono separati dai maestri di meditazione. Non è facile trovare qualcuno veramente qualificato in tutti e due i campi. Ma i maestri qualificati per la meditazione sono ancora più difficili da trovare di coloro che hanno una buona conoscenza accademica della filosofia. I maestri di filosofia possono anche essere capaci di insegnare le basi della meditazione. Ma le pratiche più avanzate possono essere insegnate solo da qualcuno che a sua volta abbia compiuto dei progressi sul sentiero buddhista.

I maestri buddhisti devono trasmettere l’insegnamento del Buddha, non il loro insegnamento personale. Perciò è utile conoscere qualcosa dell’insegnamento del Buddha. Leggete libri sul Buddha storico e gli altri grandi maestri del passato, come i discepoli del Buddha e i maestri tibetani quali Milarepa. Questo vi aiuterà a giudicare se un maestro vi trasmette il dharma autentico.

2. Basatevi sul significato e non sulle parole

Alla gente piace sentire delle belle parole. Un linguaggio incisivo può essere molto convincente. La scelta delle parole può essere utile a rendere chiaro il significato o può aiutare a rendere più bella una cosa, come in una poesia o una canzone; può essere usata per impressionare il pubblico, per fargli capire che siete colti e conoscete lo stile della prosa e l’eleganza delle frasi. Ma il significato è la cosa più importante: dovrebbe essere un significato corretto.

Che cos’è il significato corretto nell’insegnamento spirituale? Primo: un insegnamento, per essere corretto, deve dare qualche beneficio. Secondo: deve dire la verità. Quando soddisfa questi due criteri, la scelta delle parole è meno importante. Ma delle parole ben scelte possono rendere più facili da leggere e più interessanti gli insegnamenti corretti, quindi è utile.

Però, se usate delle belle parole ma dite bugie, non solo il vostro bello stile non aggiunge valore, ma anzi è dannoso, perché potete spingere la gente a cadere in credenze ed errori pericolosi.

Ecco un esempio. Si racconta in una leggenda che c’era una volta uno studioso brahmino che aveva una moglie molto bella. In età avanzata, il brahmino si ammalò e si rese conto che presto sarebbe morto. Era un uomo geloso e fu terrorizzato all’idea che un altro sposasse sua moglie dopo la sua morte. Così essendo uno studioso e anche molto determinato, fece una cosa estrema. Riunì tutte le sue forze per scrivere un libro a suo vantaggio per convincere sua moglie a buttarsi nella pira funebre. In quel libro il brahmino scrisse che quando il corpo viene offerto al dio Shiva, si trasforma da un corpo incendiato in un corpo liberato. Continuò scrivendo che poiché la moglie di un brahmino non è solo una moglie, ma una dea che fa parte di un’unione sacra, anche lei doveva seguire suo marito e diventare a sua volta “liberata’’. Lo stile e il linguaggio del libro erano perfetti, dal momento che il brahmino era un maestro di retorica. In effetti, dice la leggenda, il libro era così convincente che la moglie si gettò nel fuoco. E così ebbe inizio l’odiosa pratica indiana del sati. Si diffuse ovunque, finché gli inglesi non la misero fuori legge, e in qualche località è praticata ancora oggi.

La scelta delle parole è un fiore, un ornamento. Il significato è il corpo reale. Le belle parole senza il significato sono come dei gioielli preziosi su un cadavere. La forza del significato emergerà, anche se le parole non sono di quelle che colpiscono, come una bella donna senza fronzoli, di cui si può cogliere la cui bellezza innata. Una scelta accurata delle parole combinata a un significato positivo è come una bella donna il cui fascino naturale è amplificato dai gioielli preziosi.

3. Basatevi sulla profondità e non sulla superficie

Nessuno cerca intenzionalmente di essere superficiale, ma a volte, per la fretta o per la mancanza di fiducia nelle proprie capacità di giudizio, si accettano passivamente luoghi comuni, pregiudizi e stereotipi. In particolare, quando si tratta della vita spirituale, è importante investigare ogni insegnamento personalmente. Il Buddhismo non fa appello a una fede cieca. Al contrario, non si possono fare progressi sul sentiero buddhista se non si ha voglia di andare oltre i concetti comuni.

Nel Buddhismo è particolarmente importante sforzarsi di vedere sotto la superficie. Il Buddha diede insegnamenti a diversi livelli, a seconda delle capacità degli ascoltatori, che fossero principianti o praticanti avanzati. Eppure, anche gli insegnamenti per i principianti possono esprimere messaggi profondi per i praticanti altamente qualificati che sono capaci di decodificarli.
Ancora più importante, dovete essere capaci di pensare profondamente per ricavare qualche beneficio dal dharma. Mi spiego.

Se avete un problema, dovreste cercare una soluzione adatta al problema. Se il vostro problema è semplice, potete trovare una soluzione rapida, facile. Ma se il problema è complesso, vi occorre un rimedio forte. E se il problema è il problema più profondo che gli umani o gli esseri viventi possono sperimentare – allora occorre una soluzione profonda, il rimedio più profondo che esista.

Se non avete l’ignoranza, allora non vi serve occuparvi dell’ignoranza. Il Buddhadharma ci fornisce le istruzioni per ottenere l’Illuminazione. Per estrarre la qualità dell’Illuminazione dal materiale dell’ignoranza quotidiana, bisogna applicare il dharma a ogni aspetto dell’ignoranza stessa. Così, la soluzione scaturirà direttamente dai nostri problemi. Un famoso testo buddhista dell’antico filosofo indiano Vasubhandu, l’Abhidharmakosha (“Il tesoro del dharma manifesto’’), dice che se praticate usando dei rimedi per i piccoli problemi, allora alla fine reciderete il problema più grande, l’ignoranza stessa.

Così, la confusione più forte può essere curata dalla meditazione più semplice. Per esempio si può diminuire il desiderio sessuale meditando sui cadaveri. Però la confusione più sottile può essere risolta solo dalla saggezza più profonda. Quindi richiede il samadhi del diamante, il livello finale dell’assorbimento meditativo prima dell’Illuminazione per mettere fine alla piccolissima oscurazione che rimane alla fine del sentiero buddhista.

Seguire questo precetto significa che voi stessi non dovete accontentarvi di pensare in modo superficiale e che dovreste incoraggiare anche gli altri a pensare in modo profondo.

4. Basatevi sulla saggezza e non sui concetti

Qui sarò molto breve. La frase finale è molto profonda, ma possiamo dire molto poco.

È rivolta soprattutto ai meditanti seri. Acquisire la saggezza vuol dire realizzare la natura della mente. Per fare questo non ci si può basare sulla coscienza dualistica; si passa attraverso la mente non-dualistica, che chiamiamo saggezza. I meditatori dipendono dalla mente non-dualistica e non sulla mente dualistica normale. Sanno che il linguaggio, la logica e la ragione sono limitati e non possono dare accesso alla realtà ultima, perciò non danno loro molto peso.

La massima dice: Non basatevi sulla mente dualistica, o logica e concettuale, che è illusione, ma sulla mente non-dualistica. Andate al di sotto, non seguite l’illusione come al solito. Non dimenticate che per quanto i nostri pensieri possano essere impressionanti e convincenti, la realtà ultima è al di là della loro portata.

Conclusione

Questi dunque sono i quattro modi dei saggi. È un segno di decadenza il fatto che oggi la maggioranza della gente si comporta in modo opposto a questi precetti? Accumulano uno sbaglio dopo l’altro, senza sosta. Le persone sviano se stesse, poi una persona ne porta fuori strada un’altra, che a sua volta passa i pensieri erronei ad altri ancora, creando una catena infinita di errori. Non fatevi catturare da questa catena. Basatevi su queste quattro massime e reciderete i legami dell’illusione come il grande bodhisattva Manjushri, che ha realizzato la perfezione della saggezza, tronca di netto le oscurazioni con la spada della saggezza.